“La privatizzazione della quota MEF in poste italiane è un’operazione economicamente insensata” dichiara Antonio Misiani, senatore e responsabile economico del PD.

“Il ministro Giorgetti di fronte alle commissioni riunite ha ipotizzato la cessione dell’intera quota MEF, pari al 29,26%, con una presenza pubblica che si ridurrebbe al 35% in capo a CDP. Peccato che il 23 gennaio 2024 il ministro Urso, rispondendo ad un’interrogazione presentata dal deputato PD Casu, aveva assicurato il mantenimento di una partecipazione pubblica al 51%. Qual’è la linea del governo? Quella di Urso o di Giorgetti? Serve la massima chiarezza, su questo nodo. Secondo punto: le ricadute finanziarie. Secondo il ministro, il risparmio in termini di minori interessi sul debito sarà significativamente inferiore ai dividendi incassati dal MEF. È un’ammissione che conferma tutte le nostre perplessità. Le nostre non sono preoccupazioni ragionieristiche: stiamo parlando di conti pubblici e di gestione del patrimonio dello Stato. Serve una relazione tecnica che indichi con chiarezza le stime delle ricadute finanziarie dell’operazione e le coperture dell’ammanco di entrate che il ministro stesso ha riconosciuto di fronte alle commissioni. Terzo: la privatizzazione voluta del governo è totalmente slegata da un qualsivoglia disegno di politica industriale. Le parole di Giorgetti hanno di fatto confermato che è prevista solo per fare cassa. Aprendo incognite sulla tenuta dell’occupazione e della rete di uffici sul territorio di un’azienda di primaria importanza che svolge però un servizio pubblico universale e una funzione sociale nel Paese”. Così il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd. L'articolo Poste, Misiani: “Qual è la linea del governo, quella di Urso o di Giorgetti?” proviene da Partito democratico.

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