Il 16 Febbraio 2024 alla Munich Security Conference, venti tra le più importanti aziende che operano nell’ambito dei social media e dell’intelligenza artificiale, tra cui Meta, OpenAI, Amazon, Google, TikTok e X, hanno siglato un accordo per contrastare la diffusione di notizie false, o artefatte, in vista delle prossime elezioni europee e americane, destinate a segnare un passo fondamentale dell’imminente futuro.Il “Tech Accord to Combat Deceptive Use of AI in 2024 Elections” prevede l’impegno dei firmatari a collaborare per trovare strumenti idonei a individuare, e eventualmente impedire, la diffusione di notizie non veritiere create dall’intelligenza artificiale, tracciando l’origine dei contenuti di carattere elettorale che possono essere ritenuti ingannevoli e promuovendo campagne informative che stimolino la sensibilità degli elettori su questo tema.

Il tempo a disposizione è molto poco, vedremo che cosa saranno in grado di mettere in campo e con quale risultato.L’uso della tecnologia, anche in politica, continua però ad essere una “vox media” e può rappresentare anche uno strumento utile e vantaggioso per fare sentire la propria voce in un mondo che è stato sempre dominato dai media tradizionali, che non sempre si fregiano della massima trasparenza e obiettività.Ne abbiamo voluto parlare con chi, da sempre, si occupa di quella che vorrei definire tecnologia partecipativa, proponendo soluzioni alternative e innovative a vecchi problemi.Davide Casaleggio è stato un pioniere nell’uso delle nuove tecnologie per favorire la partecipazione nelle decisioni politiche e non solo. Ha ideato la piattaforma Rousseau, premiata nel 2021 con il Digital Democracy Impact Award come miglior piattaforma di democrazia digitale nella categoria impatto.Come si legge nel sito camelot.vote, nel settembre 2019 la sua piattaforma ha conseguito il record mondiale per una votazione online in un singolo giorno consentendo a 79.634 cittadini di decidere se la propria forza politica dovesse o meno far nascere il Governo italiano.Oggi, oltre a essere presidente di Casaleggio Associati e dell’Associazione Rousseau dal 2016, è socio fondatore e presidente del progetto Camelot, una Benefit Corporation fondata per promuovere la cittadinanza attiva e digitale e creare nuovo valore per la collettività.Davide Casaleggio, la partecipazione sembra una sua missione di vita. È ancora importante? Non è un ostacolo per la rapida attuazione dei programmi di governo degli eletti?Penso che tutte le decisioni debbano essere condivise. Il crescente astensionismo, che con ogni probabilità si confermerà anche alle prossime elezioni europee, dimostra che c’è un distacco tra la base sociale e chi governa. È una prerogativa di ogni potere politico pensare di assumere decisioni dall’alto senza coinvolgere i cittadini.Già nell’antichità, ai tempi di Platone e ai tempi dell’invenzione dell’applauso, si riteneva che non fosse accettabile che il popolo potesse esprimere il proprio apprezzamento o disappunto su una rappresentazione teatrale, perché solo chi aveva un’adeguata cultura poteva valutarlo.L’intellighenzia si è sempre arrogata il diritto di decidere per tutti, convinta di potere assumere le scelte migliori, ma la realtà è diversa.  Che ci sia il coinvolgimento di tutti è importante non solo perché è alla base della democrazia ma perché le decisioni assunte possano avere una stabilità.Solo se il cittadino partecipa al processo decisionale, ed è in grado di discutere, può anche, magari, cambiare idea sulla propria posizione e accettare una decisione che inizialmente poteva non condividere, perché si convince che è quella migliore, avendone compreso le motivazioni sottese.Se invece è fuori da questo processo, la subisce e quella decisione, non solo può essere cambiata in ogni momento, ma ha poca forza coercitiva e rischia di non essere rispettata.Sembra che questa sia la filosofia di Camelot. Come funziona e a chi si rivolge?Camelot ha lo scopo di favorire il processo decisionale a ogni livello. Serve per potere approvare un bilancio societario, piuttosto che per votare in un’assemblea o assumere decisioni all’interno di associazioni sportive o semplicemente nel corso di riunioni condominiali.Abbiamo lavorato molto anche sulla parte precedente al voto per migliorare il processo decisionale. In particolare abbiamo sviluppato strumenti che supportano la   tecnica del “debate” che si fonda sull’aprire una discussione, attraverso una piattaforma tra i partecipanti, in modo che ognuno possa esprimere la sua opinione.Tutte le idee vengono raccolte e esaminate dal sistema in modo oggettivo, scevro da coinvolgimenti emotivi, e vengono restituite ai partecipanti che possono guardarle come attraverso una lente di ingr

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